Cos’è il CTR su LinkedIn e perché è fondamentale per le campagne pubblicitarie delle aziende B2B

Significato di CTR su LinkedIn: perché è il primo indicatore da comprendere

Il CTR su LinkedIn, acronimo di Click Through Rate, indica il rapporto tra il numero di clic ricevuti da un annuncio o contenuto e il numero di volte in cui è stato visualizzato (impression). È uno degli indicatori di performance più utilizzati nel digital advertising, e su LinkedIn assume un valore ancora più strategico, perché il pubblico è composto per la maggior parte da professionisti, decision maker e aziende.

Per calcolare il CTR si utilizza la seguente formula:<div style=”padding: 12px; background-color: #f9f9f9; border-left: 4px solid #0a66c2; margin-top: 10px; margin-bottom: 10px;”> <b>CTR = (Numero di clic ÷ Numero di impression) × 100</b> </div>

Questo tasso permette di capire quanto un contenuto o una sponsorizzazione riesca ad attrarre davvero l’attenzione degli utenti. Se le visualizzazioni sono alte ma i clic sono pochi, significa che il messaggio non è rilevante, oppure che non è strutturato correttamente.

In uno scenario sempre più competitivo per la visibilità digitale, dove la credibilità del brand è cruciale, conoscere il proprio CTR diventa un modo concreto per misurare l’efficacia reale delle campagne, anche prima di arrivare alla conversione finale.

Come abbiamo già approfondito nella nostra guida su qual è un buon engagement rate su LinkedIn, anche l’engagement e il CTR vanno letti con un approccio strategico, tenendo conto del settore, della tipologia di campagna e del pubblico target.

Secondo LinkedIn, “il CTR medio delle campagne sponsorizzate si aggira tra lo 0,4% e lo 0,6%, ma può superare l’1% nelle campagne altamente targetizzate”
– Fonte: LinkedIn Marketing Solutions Benchmark 2024

Tabella esplicativa:

Tipo di Campagna LinkedInCTR Medio Stimato
Sponsored Content (Immagini)0,4% – 0,6%
Sponsored Content (Video)0,3% – 0,5%
Message Ads3% – 4%
Dynamic Ads0,4% – 0,6%
Lead Gen Forms0,8% – 1,2%

Comprendere il CTR ci permette di leggere correttamente i segnali delle nostre campagne, intervenendo dove necessario prima che si verifichino sprechi di budget, come spieghiamo anche nel nostro approfondimento su quanto costa LinkedIn Ads.

Qual è un buon CTR su LinkedIn? Benchmark, settore B2B e KPI da monitorare

Nel mondo della pubblicità digitale, sapere cos’è un buon CTR su LinkedIn significa avere una bussola affidabile per orientare le proprie strategie. Per le aziende B2B, in particolare, LinkedIn rappresenta un ecosistema unico, dove la qualità del pubblico è più importante della quantità. Proprio per questo, valutare le performance delle campagne in base al CTR è essenziale, ma non può essere fatto senza un riferimento concreto.

In media, un buon CTR su LinkedIn Ads si colloca sopra lo 0,6%, mentre un CTR considerato “eccellente” supera l’1%. Tuttavia, questi numeri non vanno letti in modo assoluto. Il rendimento dipende infatti da diversi fattori:

  • Obiettivo della campagna (notorietà, traffico, lead generation)
  • Formato utilizzato (immagine statica, video, carosello, messaggi InMail)
  • Settore di riferimento (B2B industriale, consulenza, software, formazione, ecc.)
  • Qualità della creatività e copy dell’annuncio
  • Rilevanza per il target selezionato

Come sottolineato nella nostra analisi completa sul CTR LinkedIn, è sempre utile confrontare i propri dati interni con i benchmark del settore, per capire se la strategia di advertising sta funzionando o va ricalibrata.

“Il CTR non va visto come un dato isolato, ma come una spia che segnala se la comunicazione sta parlando davvero al pubblico giusto.”
– Innovative Web Agency – LinkedIn Ads Strategy Team

In particolare, nel settore marketing e consulenza B2B, un CTR LinkedIn medio soddisfacente parte dallo 0,5%, ma nelle campagne più segmentate, dove si utilizzano anche strumenti premium come LinkedIn Recruiter o targeting account-based, si possono raggiungere punte del 2% – 3%, soprattutto se il contenuto è personalizzato e risolve un problema sentito.

Vediamolo in questa tabella comparativa:

SettoreCTR medio stimatoCTR eccellente
Consulenza e servizi B2B0,5% – 0,8%>1,2%
Software/SaaS0,4% – 0,7%>1,0%
Formazione/HR0,6% – 0,9%>1,3%
Finanza e assicurazioni0,3% – 0,6%>0,9%
Settori tecnici/industriali0,2% – 0,5%>0,8%

Una campagna LinkedIn con CTR basso non va interrotta subito, ma analizzata con attenzione. Se il contenuto ha un engagement elevato ma pochi clic, è possibile che il messaggio sia interessante ma manchi una call-to-action efficace, oppure che il pubblico selezionato sia poco incline al clic ma più orientato al contatto diretto.

Per chi sta valutando investimenti pubblicitari, è importante sapere che un CTR LinkedIn elevato spesso corrisponde a un miglior CPC (costo per clic), perché l’algoritmo premia gli annunci più performanti.

Proprio come approfondiamo nella guida su quanto costa sponsorizzare un post su LinkedInun buon CTR consente anche di risparmiare sul budget pubblicitario, migliorando il ritorno sull’investimento già nei primi giorni di campagna.

Come interpretare il CTR su LinkedIn nelle campagne pubblicitarie aziendali

Il CTR delle campagne LinkedIn va interpretato come un KPI diagnostico: è il primo campanello d’allarme (o di conferma) che ci dice se un contenuto pubblicitario è realmente rilevante per il pubblico che abbiamo scelto. Troppo spesso ci si concentra solo sul numero di lead o sulle impression, senza considerare che un CTR basso su LinkedIn è spesso il sintomo di un mismatch tra messaggio e target.

Nel contesto LinkedIn B2B, l’interpretazione del CTR è ancora più delicata. Non si tratta solo di fare clic: si tratta di convincere imprenditori, manager, decision maker e responsabili acquisti a dedicare anche pochi secondi della loro attenzione a un contenuto pubblicitario, spesso in un contesto altamente competitivo.

Quando analizziamo il CTR delle LinkedIn Ads, è importante porsi alcune domande strategiche:

  • La proposta di valore dell’annuncio è chiara nei primi 3 secondi?
  • L’immagine o il video catturano visivamente l’attenzione del pubblico B2B?
  • Il copy è orientato alla risoluzione di un problema specifico?
  • Il messaggio è personalizzato in base al settore e al ruolo professionale del target?
  • La call-to-action è diretta e pertinente?

Se la risposta è no a una o più di queste domande, il CTR sarà inevitabilmente più basso, anche con un buon investimento. E questo significa sprecare budget e opportunità.

Come approfondiamo nella guida su come funzionano le LinkedIn Adsil CTR è anche il parametro che LinkedIn stesso utilizza per valutare la qualità di un annuncio. Maggiore è il tasso di clic, minore sarà il costo per ogni interazione: l’algoritmo premia chi sa offrire contenuti pertinenti e utili alla propria audience.

Un CTR alto, inoltre, consente di:

  • Aumentare il Quality Score dell’annuncio (con conseguente miglioramento della visibilità)
  • Ridurre il costo per clic (CPC) e il costo per lead (CPL)
  • Ottenere più dati per fare ottimizzazione progressiva delle campagne
  • Accrescere l’autorità percepita del brand

Il CTR è quindi un indicatore di attrattività, e non può mai essere scollegato dal posizionamento strategico dell’azienda su LinkedIn. È per questo che lo consideriamo un KPI cruciale in tutte le nostre strategie di LinkedIn marketing organico e sponsorizzato, mirate a intercettare clienti potenziali in modo misurabile.

Infine, vale la pena ricordare che un buon CTR su LinkedIn non è uguale per tutti. In alcune campagne top-of-funnel può bastare lo 0,5% per raggiungere un pubblico altamente qualificato, mentre in campagne retargeting con lead magnet può essere necessario superare l’1,5% per giustificare l’investimento.

Come migliorare il CTR su LinkedIn: strategie concrete per aziende e imprenditori

Un CTR basso su LinkedIn non è una condanna, ma un’occasione di miglioramento. La buona notizia è che il CTR si può ottimizzare, anche in tempi brevi, attraverso interventi mirati sulla struttura delle campagne, sul copy e sulla segmentazione del pubblico. In particolare, per imprenditori e aziende B2B, la chiave è rendere ogni campagna pubblicitaria rilevante, diretta e utile.

Di seguito presentiamo le principali leve strategiche per migliorare il rendimento delle LinkedIn Ads, con focus sull’ottimizzazione del CTR:


1. Definizione precisa del pubblico (targeting avanzato)
Uno degli errori più frequenti nelle campagne LinkedIn riguarda una targetizzazione troppo generica o troppo stretta. LinkedIn permette di selezionare il pubblico sulla base di ruolo lavorativo, settore, dimensioni aziendali, competenze, anni di esperienza e persino tipo di software utilizzato. Più il messaggio è allineato al pubblico, più è probabile che venga cliccato.

Esempio concreto: Una campagna rivolta a “responsabili marketing in aziende da 11 a 50 dipendenti nel settore IT” avrà un CTR medio LinkedIn più alto rispetto a un pubblico generico come “professionisti in Italia”.


2. Semplificare e potenziare il messaggio
Un buon CTR LinkedIn si ottiene con copy incisivi e specifici, che rispondano a un bisogno esplicito. Evitare frasi generiche come “Scopri i nostri servizi” e preferire “Vuoi aumentare i lead B2B? Scopri il nostro metodo in 7 giorni.” L’obiettivo è attrarre il clic con una promessa chiara, supportata da un contenuto coerente.

Dati interni LinkedIn (fonte: Campaign Manager Report 2024):

  • Headline sotto i 150 caratteri = CTR +21%
  • Copy con numeri e benefici concreti = CTR +32%

3. A/B testing costante (creatività e formato)
Il CTR delle campagne LinkedIn migliora sensibilmente quando vengono testati diversi formati e visual: immagine statica, carosello, video breve, animazioni. Le aziende che testano almeno due varianti creative per gruppo di annunci ottengono mediamente un aumento del CTR del 27%, secondo LinkedIn Marketing Lab. L’A/B test non è solo utile, è fondamentale.

Per chi desidera approfondire le logiche pubblicitarie di LinkedIn, abbiamo realizzato anche una guida completa su quanto costa LinkedIn Ads con esempi di ROI basati proprio su CTR e costo per clic.


4. Offerta percepita: lead magnet, demo e contenuti premium
Un annuncio che promette un contenuto gratuito rilevante (come un report, una checklist, un webinar) registra un CTR fino a 3 volte superiore rispetto a uno generico. Il motivo è semplice: l’utente riceve subito valore, ed è più motivato a cliccare. Le campagne con Lead Gen Forms integrate hanno CTR medi LinkedIn superiori all’1%, rendendole ideali per strategie di acquisizione contatti.

Approfondiamo questo aspetto anche nel nostro articolo dedicato al content marketing B2B, dove spieghiamo come costruire fiducia e autorevolezza attraverso contenuti utili.


5. Utilizzare formati ad alta resa, come i Message Ads o le Conversational Ads
Le LinkedIn Message Ads, se utilizzate con criterio, possono arrivare a CTR superiori al 3%. Funzionano bene nel B2B perché simulano una conversazione diretta, specie se personalizzate per settore e obiettivo. Le aziende che hanno già una base di contatti o un’offerta molto specifica dovrebbero considerare questo formato per migliorare il rendimento pubblicitario complessivo.


In sintesi, ottimizzare il CTR su LinkedIn significa ottimizzare la rilevanza. Ogni clic rappresenta una micro-conversione, un segnale d’interesse. E se non arriva, non bisogna aspettare: bisogna agire subito.

Chi cerca una crescita misurabile può partire da queste tecniche, oppure affidarsi a specialisti del settore per costruire una strategia basata sui dati. Per i nostri clienti, questo significa anche integrare LinkedIn Ads in un sistema più ampio di ecosistema digitale integrato dove ogni canale collabora per aumentare la conversione finale.

Quando il CTR su LinkedIn diventa un indicatore strategico per il rendimento aziendale

Nel percorso di una campagna pubblicitaria su LinkedIn, il CTR si trasforma da semplice metrica a leva strategica. Non si tratta più solo di sapere cosa vuol dire CTR LinkedIn o come calcolarlo: si tratta di comprendere quando questo indicatore diventa cruciale per determinare il rendimento reale di un investimento pubblicitario, in particolare in ambito B2B.

Per le aziende, capire quanto deve essere il CTR su LinkedIn per giustificare l’investimento non è un esercizio teorico, ma una valutazione che incide direttamente sui costi, sulla qualità dei lead e sulle decisioni future. A titolo esemplificativo:

  • Un CTR medio nel settore marketing su LinkedIn che supera lo 0,7% segnala che il messaggio è allineato con il bisogno del pubblico.
  • Un CTR inferiore allo 0,3%, invece, può essere sintomo di un problema di posizionamento, di creatività inefficace o di targeting mal calibrato.
  • Superare l’1% nelle campagne sponsorizzate è spesso indice di un contenuto ad alta rilevanza, in grado di competere anche contro i grandi brand.

“Nel B2B, un CTR elevato indica che il contenuto è stato percepito come utile. E l’utilità, oggi, è la nuova moneta della fiducia.”
– Harvard Business Review – The Value of Relevance in B2B Ads

È interessante notare che il tasso di clic su LinkedIn è più strettamente correlato all’intenzione reale dell’utente rispetto ad altre piattaforme. Chi clicca su un annuncio LinkedIn lo fa spesso per approfondire un’offerta legata alla propria attività professionale, non per semplice curiosità.

Per questo motivo, il rendimento delle LinkedIn Ads non si misura solo con il CTR, ma questo indicatore rappresenta comunque la base da cui partire. Un CTR ottimizzato riduce il costo per lead, aumenta il traffico verso il sito web e migliora la reputazione digitale del brand.

Ecco una sintesi delle soglie da monitorare:

CTR su LinkedInInterpretazione
< 0,3%Problemi nel copy, design o targeting
0,4% – 0,6%Nella media: migliorabile con micro-ottimizzazioni
0,7% – 1,0%Buon rendimento per campagne B2B
> 1,0%Ottimo CTR, da scalare o replicare con nuovi asset
> 2,0%Eccellenza strategica, potenziale per retargeting

Per le aziende che stanno valutando come ottimizzare la propria presenza pubblicitaria, il CTR rappresenta anche uno strumento di confronto diretto tra canali. Ad esempio, nel nostro confronto tra LinkedIn Ads e Meta Ads, abbiamo evidenziato che LinkedIn ha un CTR più basso in media, ma la qualità dei clic è significativamente più alta, con una maggiore propensione all’interazione qualificata e alla conversione.

Quando si è in grado di interpretare correttamente cosa vuol dire CTR su LinkedIn in ottica aziendale, si acquisisce un vantaggio competitivo concreto: si riesce a ottimizzare ogni euro investito in advertising e a costruire strategie di lead generation su misura, evitando sprechi e affidandosi ai dati reali.

Ecco perché oggi, per tutte le imprese che desiderano aumentare l’efficacia della propria comunicazione, capire e migliorare il CTR LinkedIn non è solo una questione tecnica. È una scelta di visione strategica che separa chi “fa pubblicità” da chi costruisce relazioni digitali che convertono.

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