Quanto costa uno spot di 15 secondi su Mediaset?
Quando un’azienda valuta l’idea di fare pubblicità in TV, la prima domanda che si pone è quasi sempre la stessa: quanto costa davvero uno spot televisivo di 15 secondi su Mediaset?
La risposta non è mai univoca, perché i costi dipendono da numerose variabili, tra cui:
- l’orario in cui viene trasmesso lo spot (daytime, access prime time, prime time, night)
- il canale specifico scelto (Canale 5, Italia 1, Rete 4, o reti tematiche come Iris e La5)
- la stagionalità e il periodo dell’anno
- il formato e la posizione all’interno del blocco pubblicitario
Per fornire una stima realistica e attuale, possiamo fare riferimento ai listini ufficiali Mediaset pubblicati tramite Concessionarie come Publitalia ’80 (consultabili tramite richieste aziendali). Uno spot da 15 secondi in prime time su Canale 5, ad esempio, può arrivare a costare tra i 18.000€ e i 38.000€, mentre nella fascia pomeridiana o notturna si può scendere anche sotto i 3.000€.
Fonte: simulazioni tariffarie tratte da offerte ufficiali Publitalia 80, aggiornate al primo semestre 2025. I prezzi possono variare secondo trattative personalizzate, durata della campagna e numero di passaggi.
Il costo cambia notevolmente anche in funzione della posizione dello spot all’interno del blocco pubblicitario. Uno spot trasmesso immediatamente prima o dopo un programma di punta può costare il 30–50% in più rispetto a uno nella parte centrale del break.
Va inoltre considerato che spesso gli spot TV sono venduti in pacchetti, non in singole passate, per cui l’investimento complessivo richiesto da Mediaset per una settimana di visibilità minima si aggira spesso tra i 60.000€ e i 100.000€, comprendendo più passaggi da 15 e 30 secondi.
Se state valutando questo tipo di investimento, è utile affiancare a questa analisi una riflessione strategica sull’efficacia dei canali alternativi, come abbiamo illustrato nell’articolo dedicato a quanto costa 30 secondi di pubblicità in TV, dove mettiamo a confronto costi e ritorni tra TV tradizionale e digital advertising.
Per le piccole e medie imprese, investire su Mediaset può essere un’azione efficace solo se accompagnata da una strategia integrata e altamente focalizzata, con un ritorno misurabile e obiettivi concreti.
A volte, con la stessa cifra investita in 15 secondi di spot su Canale 5, è possibile generare una campagna Meta Ads continua per 3-6 mesi, ottenendo risultati spesso più tracciabili e performanti – un tema che abbiamo approfondito nella guida su quanto costa la pubblicità su Meta.
Quali sono i fattori che influenzano il costo della pubblicità su Mediaset?
Quando si parla di pubblicità su Mediaset, la durata dello spot – ad esempio 15 secondi – è solo uno degli elementi che incide sul prezzo finale. In realtà, il costo reale di uno spot televisivo è il risultato di una combinazione di fattori commerciali, strategici e tecnici che ogni azienda deve conoscere prima di pianificare una campagna.
Ecco i principali aspetti da considerare:
1. Canale e rete televisiva scelta
Mediaset offre una rete diversificata di canali: dal mainstream Canale 5 alle reti più verticali come Italia 2, Iris o TopCrime. La scelta del canale può modificare il prezzo anche del 200%: trasmettere su Canale 5 ha un impatto potenziale enorme, ma anche un costo molto più alto.
Canale Mediaset | Target prevalente | Costo medio spot 15s (indicativo) |
---|---|---|
Canale 5 | Mainstream nazionale, 25-65 anni | €10.000 – €38.000 |
Italia 1 | Giovani 18–35, generalista | €3.000 – €12.000 |
Rete 4 | Pubblico maturo, over 50 | €2.000 – €9.000 |
La5, Iris, TopCrime | Nicchie specifiche | €800 – €3.500 |
Fonte: stime derivate da analisi dei pacchetti spot Publitalia aggiornati a gennaio 2025.
2. Fascia oraria (dayparting)
Nel mondo televisivo si distinguono diverse fasce orarie pubblicitarie, ciascuna con un costo CPM (costo per mille visualizzazioni) molto variabile:
- Prime Time (20:30–23:00) – Fascia più ambita e costosa
- Access Prime Time (19:30–20:30) – Elevata visibilità, buon equilibrio costo/beneficio
- Day Time (07:00–18:00) – Più economica, adatta a promozioni di massa
- Night (23:00–02:00) – Costi bassi ma audience ridotta
Un 15 secondi trasmesso durante il TG5 delle 20 può costare oltre €30.000, mentre lo stesso spot nella notte su Rete 4 può costare meno di €1.000.
Non è solo questione di visibilità: è questione di coerenza tra messaggio, orario e pubblico target.
3. Tipo di programmazione e posizione nel break
Mediaset, come tutte le emittenti, applica sovrapprezzi per gli spot posizionati strategicamente:
- Spot di apertura o chiusura break
- Spot in programmi ad alta audience (fiction, reality, sport)
- Spot in contenuti premium o eventi speciali
Un esempio pratico: uno spot da 15 secondi trasmesso subito prima dell’inizio di una puntata di “Striscia la Notizia” può costare oltre il 40% in più rispetto allo stesso spot trasmesso 3 minuti dopo.
Questo principio è alla base della valutazione della visibilità reale, un aspetto che abbiamo esplorato anche nella guida su quanto costa fare pubblicità in radio, dove si evidenzia la stessa logica tra fasce orarie e posizionamento.
4. Durata della campagna pubblicitaria
Mediaset difficilmente vende spot singoli: le campagne pubblicitarie vengono strutturate in pacchetti da più passaggi(flight plan), che possono variare da 7 a 30 giorni. Più lungo è il periodo, maggiore è la possibilità di negoziare il prezzo unitario.
A livello contrattuale, un pacchetto base per una settimana di spot da 15 secondi in fasce miste (daytime + access) può partire da €60.000, ma per ottenere visibilità continuativa, le agenzie consigliano investimenti mensili da almeno €120.000 in su.
5. Produzione dello spot
Un fattore che spesso viene sottovalutato dagli imprenditori è il costo di produzione del contenuto pubblicitario. Uno spot da 15 secondi destinato alla TV richiede:
- uno script professionale
- regia, montaggio, doppiaggio e adattamento broadcast
- eventuale certificazione tecnica per la trasmissione
Il costo medio di produzione parte da €3.000 a salire, a seconda della qualità richiesta. Anche in questo caso, esistono opzioni più accessibili come la produzione di video ottimizzati per Meta Ads, come descritto nella nostra guida su come si fanno le sponsorizzate su Meta, che spesso richiedono un investimento molto inferiore per risultati comparabili.
6. Stagionalità
Durante l’anno, i prezzi degli spot TV su Mediaset variano notevolmente:
- Dicembre (periodo natalizio): prezzi più alti per alta richiesta
- Gennaio e agosto: prezzi più bassi, ma anche minore attenzione del pubblico
- Settembre e primavera: periodi ottimali per visibilità e ritorno
Per questo motivo, è fondamentale pianificare con largo anticipo, scegliendo il momento giusto in base all’obiettivo di marketing.
Pubblicità Mediaset vs. Digital Advertising: dove conviene davvero investire?
Negli ultimi anni, molte aziende si sono trovate a un bivio strategico: continuare a investire nella pubblicità televisiva tradizionale – come gli spot di 15 secondi su Mediaset – oppure spostare il budget su strumenti di digital advertising, come Google Ads o Meta Ads.
Questa riflessione è tutt’altro che banale, soprattutto per le PMI che devono ottimizzare ogni euro investito.
Confrontiamo allora i due modelli in modo oggettivo, analizzando costi, benefici, tracciabilità e ritorni concreti.
Visibilità immediata vs. Targeting preciso
Uno spot televisivo da 15 secondi su Mediaset ha una portata potenziale nazionale, ma resta un mezzo broadcast generico. Lo spot viene visto da un pubblico molto ampio, ma non sempre segmentato. Al contrario, piattaforme digitali come Facebook e Instagram permettono di selezionare con estrema precisione:
- età, sesso, interessi
- comportamenti d’acquisto
- zona geografica
- interazioni con il brand
E questo è uno dei motivi per cui molte imprese preferiscono affidarsi alle inserzioni Meta, come descritto nella nostra guida completa su come funziona Meta Ads, dove spieghiamo come raggiungere il target giusto al momento giusto.
Un imprenditore che investe 5.000€ su Facebook può monitorare in tempo reale quante persone hanno cliccato, visto e interagito con l’inserzione. Questo su Mediaset non è tecnicamente possibile, se non con rilevazioni statistiche a posteriori.
Costi sostenibili e scalabili
Come abbiamo visto, un singolo passaggio da 15 secondi in prime time su Canale 5 può costare oltre 30.000€, mentre una campagna pubblicitaria online può partire da poche centinaia di euro, con la possibilità di scalare in base ai risultati.
Ecco un confronto diretto:
Piattaforma | Budget minimo richiesto | Tracciabilità | Costo medio CPM |
---|---|---|---|
Mediaset (spot 15s) | €60.000+ (per una settimana) | Bassa | €30 – €50 |
Meta Ads | da €5/giorno | Altissima | €5 – €10 |
Google Ads | da €10/giorno | Altissima | €3 – €20 |
Questo significa che una piccola impresa locale può ottenere visibilità, generare contatti e persino vendere con un investimento che in TV non le sarebbe nemmeno permesso.
Abbiamo approfondito questi aspetti nell’articolo dedicato a quanto costa fare Ads, utile per comprendere come strutturare campagne digitali efficienti anche con piccoli budget.
Misurabilità, conversioni e ottimizzazione
Un aspetto che distingue in modo netto la pubblicità digitale da quella televisiva è la misurabilità dei risultati.
Con uno spot Mediaset, il massimo che si può ottenere è una stima di audience media (share, GRP). Non si ha mai certezza di quanti utenti abbiano:
- guardato effettivamente il messaggio
- agito in seguito (chiamato, acquistato, cliccato)
Con Meta Ads, Google Ads o LinkedIn Ads, invece, è possibile misurare conversioni, CTR, tasso di acquisto, tasso di contatto e molto altro, come descritto nella nostra guida su quanto paga Facebook per 1000 visualizzazioni, dove approfondiamo anche i costi per engagement e copertura reale.
Con un piccolo investimento iniziale, si può impostare un sistema pubblicitario che migliora progressivamente grazie ai dati raccolti, riducendo sprechi e aumentando i risultati.
Flessibilità, rapidità e test continui
Mentre una campagna su Mediaset richiede tempi di produzione lunghi, contratti rigidi e costi fissi, le campagne digitali possono essere:
- modificate in tempo reale
- adattate in base ai risultati
- testate in A/B (formati, messaggi, pubblici)
Questo consente a imprenditori e responsabili marketing di adattare le strategie in corsa, ottimizzando ogni singolo euro speso.
Abbiamo spiegato nel dettaglio questi vantaggi nella nostra guida su come si fanno le sponsorizzate su Meta, che rappresenta uno dei modelli più efficaci per chi desidera un ritorno concreto, veloce e tracciabile.
Perché lo spot da 15 secondi è così richiesto: vantaggi e limiti reali
Nel panorama della pubblicità televisiva, lo spot da 15 secondi è da sempre uno dei formati più richiesti da aziende e centri media, sia per le campagne su Mediaset che su altre reti private. Ma quali sono i motivi di questa scelta? E soprattutto: è sempre la soluzione più vantaggiosa?
In questa sezione analizziamo in dettaglio i pro e i contro di investire in spot pubblicitari brevi, con un focus particolare sul caso Mediaset, in modo da permettere a imprenditori e responsabili marketing di valutare l’efficacia reale rispetto al costo.
I vantaggi dello spot da 15 secondi
1. Costo ridotto rispetto a formati più lunghi
In prima battuta, uno spot pubblicitario Mediaset da 15 secondi ha un costo inferiore rispetto a quelli da 30 o 60 secondi. Questo consente a molte imprese di accedere alla TV con un budget iniziale più contenuto, pur mantenendo una certa visibilità.
2. Maggiore frequenza a parità di budget
Acquistando slot da 15 secondi, è possibile trasmettere più volte lo stesso messaggio, aumentando l’effetto della ripetizione – un meccanismo psicologico ben noto nel marketing, utile per aumentare il ricordo del brand.
3. Facilità di adattamento cross-canale
Molte aziende scelgono formati da 15 secondi perché sono più facilmente riutilizzabili su piattaforme digitali, come YouTube pre-roll, TikTok Ads, Instagram Reels sponsorizzati o campagne Meta. Anche noi, nella nostra guida alla sponsorizzazione di un prodotto, spieghiamo come i contenuti brevi si prestino a essere declinati su più media, aumentando la coerenza del messaggio.
4. Dinamicità ed effetto teaser
Gli spot brevi forzano il brand a comunicare in modo diretto, visivo, memorabile, a volte lasciando uno spunto narrativo che viene completato altrove (sito web, social, landing page, ecc.).
I limiti reali dello spot da 15 secondi
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la pubblicità televisiva di 15 secondi non è adatta a tutti i brand né a tutti gli obiettivi. Ecco i principali svantaggi da tenere in considerazione:
1. Poco tempo per comunicare valore
Con soli 15 secondi a disposizione, l’azienda deve essere estremamente abile nel sintetizzare un messaggio chiaro, differenziante ed efficace. In caso contrario, lo spot rischia di passare inosservato o non essere compreso.
2. Impatto limitato su brand nuovi o poco noti
Se il marchio non è ancora conosciuto, uno spot da 15 secondi può non essere sufficiente a costruire fiducia e interesse. In questi casi, una strategia più articolata (come una campagna integrata TV + digital + retargeting, che abbiamo analizzato nella guida al retargeting strategico) può portare risultati molto più solidi.
3. Ridotta capacità di storytelling
A differenza degli spot da 30 o 60 secondi, il formato da 15 non permette una narrazione articolata, limitando quindi l’efficacia se si vuole trasmettere valori di marca, missione o visione – aspetti sempre più rilevanti nel marketing di oggi.
4. Rischio di dispersione
Un altro aspetto critico è che lo spot da 15 secondi richiede pianificazioni molto precise: se trasmesso in orari poco coerenti con il target, o in canali poco performanti, può non generare alcun ritorno sull’investimento.
Per questo motivo, è sempre utile affiancare a un investimento in spot TV una campagna digitale geolocalizzata o multicanale, come spiegato nella guida alle campagne marketing geolocalizzate, capace di rafforzare la copertura e ottimizzare le performance.
Alternative alla pubblicità Mediaset: strategie più efficaci per PMI
Investire in uno spot da 15 secondi su Mediaset può essere una scelta ambiziosa, ma non sempre adatta a tutte le realtà. Le piccole e medie imprese (PMI) spesso non dispongono del budget necessario per sostenere i costi elevati della pubblicità televisiva su reti private, che – come abbiamo visto – può superare i 60.000 euro anche per pacchetti minimi.
Fortunatamente, esistono alternative più efficaci, tracciabili ed economicamente sostenibili, che garantiscono un ritorno concreto e misurabile sugli investimenti pubblicitari. Vediamo le principali soluzioni.
Meta Ads: visibilità su misura per ogni azienda
Uno dei canali più potenti oggi a disposizione delle PMI è senza dubbio Meta Ads, ovvero la pubblicità su Facebook, Instagram e Messenger. Con pochi euro al giorno, è possibile:
- raggiungere un pubblico altamente profilato
- mostrare annunci in base agli interessi, all’età, alla zona geografica
- monitorare clic, visualizzazioni, conversioni in tempo reale
A differenza di Mediaset, qui il messaggio arriva solo a chi è davvero in target, evitando sprechi. Ne parliamo in dettaglio nella nostra guida su come si fanno le sponsorizzate su Meta, dove illustriamo tutte le fasi operative per costruire una campagna efficace.
Con lo stesso budget di uno spot TV di 15 secondi, è possibile mantenere attiva una campagna Meta Ads per oltre 6 mesi, generando traffico profilato, lead qualificati e nuovi clienti.
Google Ads: intercettare chi cerca già i tuoi servizi
Se la pubblicità Mediaset lavora in push, ovvero “spinge” un messaggio a chi sta guardando la TV, Google Ads lavora in pull: intercetta l’utente proprio nel momento in cui sta cercando un prodotto o un servizio come il tuo.
Attraverso annunci testuali o display, è possibile comparire sopra ai risultati organici di Google, pagando solo per i clic ricevuti. Questo approccio consente di:
- raggiungere utenti attivi e motivati
- avere controllo sui costi per clic (CPC)
- attivare o sospendere la campagna in tempo reale
Abbiamo spiegato in modo dettagliato il funzionamento di questa piattaforma nella guida su come funziona Google Ads, utile per chi vuole iniziare senza sprecare budget.
Pubblicità in radio locale e Spotify Ads
Se desideri comunque una comunicazione “audio” d’impatto, ma senza sostenere i costi della TV, puoi valutare:
- radio locali o regionali, che permettono di raggiungere un pubblico geograficamente mirato a costi inferiori
- Spotify Ads, che offre la possibilità di inserire spot da 15 o 30 secondi all’interno della piattaforma musicale
In entrambi i casi si tratta di strumenti più flessibili e accessibili rispetto alla TV. Nella nostra guida su quanto costa fare pubblicità in radio trovi un confronto tra spot radiofonici e televisivi in termini di costi e diffusione.
Con una buona strategia di creatività e targeting, la pubblicità radiofonica – anche su Spotify – può diventare un’alternativa concreta per aumentare notorietà e portare traffico al tuo sito.
Sponsorizzazioni su LinkedIn: ideali per il B2B
Per le aziende che operano nel settore B2B, le LinkedIn Ads rappresentano un’opzione estremamente mirata. Questo canale permette di sponsorizzare:
- post aziendali
- offerte di lavoro
- eventi
- prodotti e servizi professionali
Con targeting basato su settore, ruolo professionale, anzianità, area geografica, è possibile raggiungere decisori aziendali e instaurare relazioni di business di valore. Ne abbiamo parlato nella guida su come promuovere post su LinkedIn, particolarmente utile per aziende che cercano partner o clienti professionali.
Campagne multicanale integrate
La vera alternativa vincente alla pubblicità su Mediaset è spesso una strategia pubblicitaria integrata, che unisce:
- digital advertising (Meta, Google, LinkedIn)
- contenuti SEO ottimizzati per la ricerca organica
- email marketing
- retargeting e lead nurturing
Questo approccio consente di ridurre i costi, migliorare la segmentazione e aumentare i risultati reali.
Come spieghiamo nella guida alla strategia di marketing digitale per le aziende, oggi è fondamentale pensare in ottica di conversione, non solo di visibilità.
Conviene investire in pubblicità televisiva nel 2025? La nostra opinione da consulenti
Nel 2025, il mondo della comunicazione aziendale è cambiato radicalmente. Le aziende non possono più permettersi investimenti pubblicitari “al buio”, né possono basarsi solo sulla notorietà storica di canali come Mediaset per ottenere risultati concreti.
Come consulenti di marketing, ci viene spesso chiesto: vale davvero la pena spendere decine di migliaia di euro per uno spot televisivo da 15 secondi?
La risposta, come sempre, dipende. Ma ci sono alcuni criteri oggettivi che oggi rendono la pubblicità televisiva meno competitiva rispetto a strategie digitali integrate.
I numeri non mentono: costi troppo alti, ritorni incerti
Oggi più che mai, gli imprenditori richiedono ROI (Return on Investment) chiaro, tracciabile e misurabile.
Con uno spot Mediaset da 15 secondi in prime time che costa mediamente tra 18.000€ e 38.000€, i costi CPM superano ampiamente i 40€ per 1.000 visualizzazioni, senza alcuna garanzia di conversione.
Nel digitale, come abbiamo mostrato nella guida su quanto costa fare pubblicità sui social, con lo stesso budget è possibile ottenere centinaia di migliaia di visualizzazioni profilate, con costi CPM anche inferiori a 5€ e soprattutto con metriche misurabili.
In un’epoca in cui la pubblicità tv privata resta difficile da tracciare e ottimizzare, le aziende che vogliono crescere devono puntare su piattaforme pubblicitarie dove ogni clic, ogni impression, ogni lead ha un valore preciso.
Investire in spot televisivi oggi ha senso solo se integrato in un piano strategico che comprenda digital, landing page, retargeting e contenuti pensati per nutrire il contatto.
È questo il motivo per cui sempre più imprenditori si stanno spostando verso la lead generation strutturata, come illustrato nel nostro approfondimento su lead nurturing strategico.
La TV oggi funziona solo se combinata a funnel e conversione
Lo spot da 15 secondi può generare brand awareness, ma da solo non è più sufficiente.
Per trasformare uno spettatore in un cliente servono:
- una landing page ottimizzata (vedi come creare una landing page efficace)
- un sistema di retargeting attivo
- contenuti digitali coerenti su più canali
- una sequenza automatizzata di follow-up (via email, social, remarketing)
Oggi non vince chi “fa vedere lo spot in TV”, ma chi costruisce un ecosistema digitale integrato, come abbiamo analizzato nella guida sugli ecosistemi digitali aziendali, capaci di accompagnare l’utente dalla curiosità all’acquisto.
Il nostro consiglio per chi ha un budget tra 5.000 e 100.000 euro
Se gestite un’impresa e state valutando di investire in pubblicità, il nostro consiglio operativo è:
- per budget sotto i 10.000€, la TV è da escludere
- tra 10.000 e 30.000€, valutare strategie digitali multi-piattaforma, con funnel ottimizzato
- sopra i 30.000€, la TV può essere considerata solo all’interno di un piano multicanale
Abbiamo affrontato lo stesso tema anche in merito a quanto costa la pubblicità su Meta, dimostrando come, a parità di spesa, il digitale offre un ritorno superiore, più rapido e più scalabile.
L’epoca della pubblicità televisiva “alla cieca” è finita. Oggi anche uno spot da 15 secondi deve essere misurato come ogni altro investimento aziendale.
Cosa fare se vuoi ottenere visibilità ma non puoi permetterti la pubblicità Mediaset
Non tutte le aziende possono (o vogliono) sostenere i costi pubblicitari elevati della TV tradizionale. E non tutte le realtà imprenditoriali hanno bisogno di presenza su Mediaset o spot da 15 secondi per aumentare vendite e riconoscibilità.
Il vero tema non è “posso permettermi la TV?”, ma piuttosto: “qual è il modo migliore per farmi conoscere, oggi, con il budget che ho a disposizione?”
La buona notizia è che esistono strategie pubblicitarie efficaci e misurabili, anche con risorse limitate, in grado di portare risultati concreti già nel breve periodo.
Strategia n.1 – Sfruttare il digital ADV per costruire visibilità progressiva
Come consulenti, consigliamo di spostare l’attenzione dai media generalisti ai canali digitali, per costruire una presenza costante, segmentata e tracciabile.
Questo significa:
- usare Meta Ads per intercettare il pubblico giusto con messaggi su misura (vedi cosa sono le inserzioni Meta)
- attivare campagne Google Ads localizzate su parole chiave ad alta intenzione d’acquisto
- testare formati dinamici come Reel sponsorizzati su Instagram o YouTube Shorts con call-to-action
A differenza dello spot da 15 secondi in TV, queste soluzioni permettono di partire con piccoli budget e scalare solo se i risultati sono dimostrati.
Strategia n.2 – Posizionamento organico attraverso contenuti SEO
Un’altra alternativa concreta alla pubblicità televisiva è l’investimento in SEO e content marketing.
Con la giusta strategia editoriale – come stai leggendo in questo stesso articolo – è possibile:
- posizionarsi in prima pagina su Google
- attrarre utenti profilati con intento informativo e commerciale
- trasformare il sito web in una macchina da conversioni costante
Ne abbiamo parlato nella guida su strategie SEO avanzate per aziende, dove illustriamo come creare contenuti che non solo informano, ma generano contatti qualificati.
Un solo articolo ben posizionato può portare contatti per anni, senza dover investire migliaia di euro in spot effimeri.
Strategia n.3 – Costruzione dell’autorevolezza online
Infine, ciò che oggi fa davvero la differenza è l’autorevolezza del brand: non serve farsi vedere da milioni di persone, ma essere credibili per chi conta davvero.
Ecco perché per molte PMI è più efficace:
- investire nella creazione di un sito web ottimizzato, capace di convertire visitatori in clienti reali (come spiegato qui)
- curare una presenza attiva su LinkedIn per il proprio settore (vedi strategie organiche su LinkedIn)
- utilizzare strumenti come email marketing, funnel e remarketing per fidelizzare chi ha già mostrato interesse
Non è necessario finire in TV per far crescere un’azienda. È necessario essere visibili dove il tuo cliente ti sta già cercando, con il messaggio giusto e nel momento giusto.